Ricerca su 2000 veronesi per scoprire gli asintomatici

Partirà da Verona una nuova indagine epidemiologica realizzata per stimare la presenza di asintomatici al Covid-19 nella popolazione residente in città. Fino ad oggi, infatti, l’emergenza ha portato ad affrontare esclusivamente la fase acuta della malattia. Nell’ottica, invece, di un ritorno progressivo ma il più veloce possibile alla normalità è sorta la necessità di avere la stima delle persone sane e degli eventuali asintomatici per definire con certezza le future strategie di ripartenza.

Il progetto, il primo in Italia realizzato in una grande città, è frutto della collaborazione tra il Comune di Verona  e l’Ospedale Sacro Cuore di Negrar; nel Comitato scientifico anche l’Università e l’Azienda ospedaliera con la partecipazione dell’Ulss 9 Scaligera. Ad illustrare la ricerca, il sindaco Federico Sboarina, assieme al dottor Carlo Pomari, Responsabile del Servizio di Pneumologia dell’ospedale Sacro Cuore, al biostatistico Massimo Guerriero, al professor Albino Poli ordinario di Igiene dell’università di Verona, al dottor Claudio Micheletto direttore dell’Uoc di Pneumologia dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata e al direttore sanitario dell’Ulss 9 Gaspare Crimi.

Lo studio prevede di coinvolgere 2 mila veronesi di almeno 10 anni di età, per formare un campione significativo dei residenti nel Comune. Una volta individuati, i soggetti saranno adeguatamente informati sulle motivazioni della ricerca e sulle modalità per aderire. La partecipazione non è obbligatoria. Gli esiti dell’indagine serviranno a stimare, con margine di errore molto basso, il numero di positivi asintomatici al Covid-19, nella nostra città. La ricerca partirà la settimana prossima.

“La cosiddetta fase 2 – ha sottolineato il sindaco – presuppone una conoscenza approfondita dei dati dal punto di vista sanitario. Per questo partiremo, già la prossima settimana, con questa indagine epidemiologica che ci permetterà di ottenere i dati utili sulla popolazione, stime scientifiche che ci permetteranno di progettare meglio l’uscita dall’emergenza. Disporremo così di conoscenze accurate che ci consentiranno di fare le scelte più corrette per il prossimo futuro. Questo è nuovo punto di partenza che ci impone di conoscere il nemico che abbiamo di fronte. Fino ad ora lo abbiamo affrontato in modo emergenziale, ma conoscere la percentuale di popolazione sana è un dato non irrilevante. L’obiettivo di tutti è tornare al più presto alla normalità. Questa indagine è il frutto di una straordinaria collaborazione tra l’Amministrazione e tutte le istituzioni sanitarie che, per questo ringrazio, a partire dall’Ospedale Sacro Cuore. Credo che la risposta dei veronesi nel partecipare a questa indagine sarà importante perché per tutta la nostra comunità questa ricerca è fondamentale in quanto ci permetterà di ripartire in maniera più veloce dal punto di vista sociale ed economico”.

“Questo studio – ha detto il dottor Pomari – avrà risvolti assolutamente importanti sulle scelte future. L’ospedale Sacro Cuore ha messo a disposizione di questo progetto mezzi, tecnici, persone e spazi per condurre questa indagine nel miglior modo possibile e in tempi celeri”.

“I dati che adesso abbiamo a disposizione – ha detto il biostatistico Guerriero – ci permettono di misurare in maniera compiuta la punta dell’iceberg della diffusione della malattia. Le informazioni che ci mancano sono le dimensioni dell’iceberg nella sua parte sommersa. Da qui l’idea di realizzare una ricerca che ci permetta di misurare con adeguata precisione la profondità e l’estensione dell’iceberg, coinvolgendo un campione di 2 mila veronesi ai quali chiederemo la sintomatologia legata al Covid-19”.