Rosa d’argento a Elisabetta Elio

La “Rosa d’argento” è un riconoscimento attribuito a una donna del nostro tempo testimone di fede,speranza e carità. San Francesco, poco prima di morire, volle essere attorniato dai suoi amici più cari,fratelli nella fede e nel servizio, tra i quali spicca con forza sorprendente donna Jacopa dei “sette
Sogli”, amica romana di comprovata rettitudine che tanto bene faceva alle persone povere che incontrava.
La Rosa quest’anno è stata consegnata dal Custode della Porziuncola, fr. Massimo Travascio, a Elisabetta Elio, sposata con tre figli, consigliera nazionale e regionale in UNEBA, un’associazione degli enti socio sanitari non-profit voluta 70 anni fa dal papa san Paolo VI e direttrice della Fondazione Pia Opera Ciccarelli Onlus. Elisabetta è in pensione da marzo 2022, ma rimarrà in servizio nella sua posizione di direttrice generale sino a fine anno. È stata nel direttivo di Adoa Verona e referente dell’area anziani dell’Associazione Diocesana Opere Assistenziali di Verona per 2 mandati, dal 2014 al 2021. Ha dovuto gestire, fin dalla prima ondata, il COVID nelle residenze dove lavora. Anche lei e la sua famiglia sono stati colpiti dal COVID, ma è sempre rimasta a disposizione, anche da remoto, per dare
supporto ai suoi collaboratori e agli enti vicini.
Così ha brevemente descritto il tempo di emergenza appena trascorso: «Ricoprire il ruolo di direttrice durante l’emergenza non è stato semplice, credo che il mio compito principale sia stato e sia dare fiducia a tutti i colleghi di lavoro, mostrare sicurezza e determinazione. Sono in Fondazione da ventisei anni e porto avanti un testimone che è stato custodito da altre donne e uomini prima di me: ritengo
importante dare il mio contributo per la continuità di quest’opera. Accolgo la Rosa d’Argento come un dono e una benedizione per me e per tutti coloro che lavorano con me». La realtà di cui è direttrice generale dal 2012 ha più di 600 dipendenti con diverse sedi in provincia di Verona.
Proprio per questo suo impegno generoso e costante, in particolare in tempo di pandemia, le è stato assegnato il riconoscimento che vuole essere un segno di gratitudine, ma anche di incoraggiamento a perseverare nel fare il bene. Solo facendo ognuno la nostra piccola parte possiamo costruire un mondo più giusto e pacifico.