Le 1000 gru di Marica Fasoli

Il 6 agosto 1945 un lampo di luce travolge la città giapponese di Hiroshima, poi la polvere nera copre ogni cosa, anche le speranze dei sopravvissuti. Tra loro c’era la piccola Sadako Sasaki che aveva appena 2 anni. La bambina cresce serena fino agli 11 anni quando uno svenimento porta alla luce il male che aveva intaccato il suo corpo, la leucemia, dai più chiamata “la malattia della bomba”.

La piccola Sadako però non si arrende e lotta, sostenuta anche da una leggenda giapponese. Si dice infatti che chi riesca a piegare 1000 gru di carta (senbazuru) e ad unirle in una ghirlanda vedrà realizzato un desiderio. Ma purtroppo la bambina non riesce nell’impresa e la morte la coglie quando aveva realizzato la 644esima gru.

Sadako da allora è diventata un simbolo di pace e per ricordare il suo coraggio il 5 maggio 1958, proprio nel giorno della festa dei bambini, è stata inaugurata nel Parco del Memoriale della Pace di Hiroshima una statua di nove metri che rappresenta Sadako: le sue braccia aperte reggono una gru d’oro e ogni anno giungono da tutto il mondo migliaia di gru piegate proprio in ricordo del suo gesto. Disposte intorno alla statua, sono diventate delle icone di pace per un mondo senza guerre.

Per unirsi a questo messaggio di speranza, l’artista veronese Marica Fasoli, in collaborazione con la società di marketing Amo1999 srl (www.amo1999.com) che ha ideato e promosso il lancio del progetto, si è imposta la sfida di realizzare il desiderio di Sadako, piegare 1000 gru che saranno poi aperte e colorate per diventare delle opere d’arte, numerate e firmate, che da oggi verranno vendute online (www.1000gru.it).

“Per la cultura orientale l’origami ha sempre avuto un forte significato simbolico, quello di rinascita, per questo ho voluto reinterpretarlo costruendo e decostruendo la gru per farla rinascere come opera d’arte, per rappresentare il senso di una ricerca continua che va oltre la forma e che assume un significato universale, in questo caso quello della pace”, spiega l’artista.

Alla fine del progetto Marica realizzerà la sua personale collana di mille gru, composta dai nomi di tutte le persone che hanno partecipato all’iniziativa, che sarà inviata in Giappone e apposta sulla statua di Sadako.

La forza di questo progetto sta anche nel fatto che parte del ricavato verrà donato alla Fondazione Dynamo Camp ETS (www.dynamocamp.org) che si occupa di bambini con patologie gravi o croniche e dei loro familiari. “A Dynamo Arte e fare Arte significa condivisione di emozioni, temi e obiettivi insiti nell’essere umano, attraverso un linguaggio accessibile e fruibile a tutti – afferma Sabrina Ventura, referente del progetto rete territoriale di Dynamo Camp -. Siamo molto grati di essere coinvolti come beneficiari in questo progetto che unisce l’Arte ad una finalità sociale e che, proprio attraverso lo spirito di gruppo, permette di raggiungere un obiettivo concreto e simbolico” – conclude Sabrina Ventura.